Si sentiva la mancanza di un saggio "Sulla stupidità umana". Lo scrittore livornese Federico Zucchelli ci ha provato, con esiti più che positivi.
Godibile opera, non impegnativa, ma di piuttosto agevole lettura. Consigliato per chi stupido non è, ma ha paura di diventarlo.
TOP LEGHORN
Grandi personaggi e cose livornesi
domenica 5 agosto 2018
lunedì 18 aprile 2016
UN LIBRO SULLA STORIA DEI LIVORNESI
Un libro sulla storia di livorno non manca nella biblioteca di molti livornesi. Ma un libro sulla storia dei livornesi forse non era mai stato scritto.
Finalmente si potrebbe dire qualcuno l'ha fatto, anche se in incognito o nell'anonimato. Niente si sa infatti del sedicente autore " Labronicus", se non il fatto che sia necessariamente un livornese.
Per chi ama la storia di un popolo diverso dagli altri, consigliamo la lettura di questo piccolo saggio, impreziosito da un finale a sorpresa: l'elenco di 100 primati che i livornesi hanno realizzato nella storia.
L'ebook puà essere scaricato gratis da questo link: LABRONICUS STORIA DEI LIVORNESI
Buona lettura.
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sabato 8 novembre 2014
SERATA FINALE DEL PREMIO CIAMPI
Serata finale del Premio Ciampi arrivato quest'anno alla ventesima edizione. Un vero record per la città di Livorno, non certo conosciuta per la sua costanza e perseveranza. Ma quando si tira in ballo la figura di Piero Ciampi non ci sono riserve o divisioni di sorta. Tutti sono concordi nel ritenerlo un personaggio degno di essere ricordato in eterno o giù di lì.
Contraddittorio, provocatore, senza mezze misure, in crisi con se stesso....Di lui se ne potrebbero dire tante e non si esaurirebbe il ventaglio dei suoi pregi e dei suoi difetti. Ciampi fu soprattutto l'anima popolare di Livorno, che sfugge al successo quando è ad un passo dal coglierlo. Solo così si può spiegare la sua parabola musicale che prometteva un futuro radioso, quando invece di Piero Ciampi si chiamava artisticamente "Piero Litaliano".
E' stato il padre o uno dei padri dei cantautori italiani. Peccato soltanto che abbia scritto soltanto i testi delle canzoni e non la parte musicale. Ma in fondo è proprio per questo che lo conosciamo come uno dei grandi poeti della canzone d'autore italiana. Del resto Ciampi non è andato mai a male e le sue canzoni sono ancora attuali, come "Andare, camminare, lavorare", in cui rivolgendosi idealmente agli italiani visti come "timidi, incoscienti, indebitati e disperati" propone come ricetta la trasformazione del petrolio in vino.
sabato 1 novembre 2014
GIOVANNI GELATI, UN GIUSTO TRA LE NAZIONI
Nel 2012 Giovanni Gelati fu nominato "Giusto tra le nazioni" da parte dello Stato d'Israele per aver salvato durante la seconda guerra mondiale i bambini ebrei Piera e Arnaldo Rossi.
Giovanni Gelati si trovava sfollato nel 1944 a Coreglia Antelminelli un paesino della lucchesia, speranzoso di trovare finalmente un pò di requie. Ma il paese era in subbuglio, dal momento che il podestà era stato rapito dai partigiani. A Gelati fu offerto di sostituirlo, ma lui accettò soltanto a patto di non pronunciare alcun giuramento. Divenne di fatto una sorta di podestà antifascista che, grazie a quel ruolo, riuscì a mediare tra nazisti e partigiani, evitando al paese un inutile quanto possibile bagno di sangue ( che avvenne invece nella non lontana Sant'Anna di Stazzema).
L'atto più coraggioso di Gelati fu però quello di mettere in salvo due bambini ebraici, figli di un suo amico. In questo ebbe un importante ruolo anche la moglie Lydia che nascose insieme a lui i bambini facendoli partecipare alle messe domenicali.
Finita la guerra, Giovanni Gelati divenne un grande avvocato di Livorno e della Toscana, famoso per le sue doti oratorie e per la sua vasta cultura. Le sue capacità relazionali sono testimoniate anche da un volumetto che soleva scrivere alla vigilia del santo Natale e che distribuiva a tutti i suoi amici e colleghi.
Sopra ne riportiamo uno scritto nel 1983.
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sabato 25 ottobre 2014
EMILIO SALGARI E IL LIQUORE GALLIANO
Nel 1896 Arturo Vaccari, livornese doc, mise in commercio il liquore Galliano, ovvero quello che è stato il più grande liquore livornese della storia. Il nome, piuttosto insolito, è mutuato dalla figura leggendaria di Giuseppe Galliano, eroe di Etiopia, morto proprio nel 1896 durante la sanguinosa battaglia di Adua
Nel 1902 Emilio Salgari pubblicò il racconto "Lo schiavo della Somalia", la storia di un ragazzo africano che viene portato in Italia dopo una serie di vicissitudini. Fin qui nientre di strano, dal momento che lo scrittore veneto era noto per il suo esotismo. Quello che più stupisce è il modo con cui il somalo riesce a tornare in Italia. Per fare ciò, infatti, è necessario corrompere più di una persona e lo strumento più efficace risulta essere proprio il liquore Galliano.
Non c'è alcun dubbio che "Lo schiavo della Somalia" è stato la prima produzione letteraria italiana con un sottofondo pubblicitario. Perchè questo ? Forse sottobanco vi fu un compenso per l'autore da parte del Vaccari ? Qui inizia ad aleggiare il mistero anche se sappiamo bene delle frequentazioni livornesi di Emilio Salgari e la sua amicizia con Arturo Vaccari.
Un altro dettaglio ci sorprende dalla lettura del racconto: nel libro viene indicato che tutto ciò è una storia vera. Il somalo, tale Sadì Omar, arrivò veramente in Italia e lavorò nella casa di Arturo Vaccari, divenendo Il volto ufficiale dei suoi manifestini pubblicitari ( come si può vedere sopra).
Cessata la produzione a Livorno in corrispondenza con i bombardamenti della seconda guerra mondiale, il marchio Galliano è passato più volte di mano, diventando oggi proprietà addirittura della Abn Amro capital.
Il liquore Galliano rimane uno dei liquori dolci alle erbe più amati in assoluto negli Stati Uniti d'America.
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domenica 19 ottobre 2014
PATRICK MODIANO, UN NOBEL CON UN PO' DI LIVORNO
dopo Elias Canetti nel 1981, un altro scrittore di ascendenze livornesi, vince il premio nobel per la letteratura. Nel 2014 è stata la volta del francese Patrick Modiano, figlio di un ebreo originario di Salonicco.
Sulle origini di Modiano si sta scrivendo molto. Il suo ramo paterno faceva parte di quel nucleo di ebrei sefarditi che dal Portogallo si stabilì in Italia. Non a Livorno, come si potrebbe credere, ma probabilmente a Modigliana in provincia di Forlì, che in quel momento apparteneva alla Toscana. Da lì poi ci sarebbe stato il trasferimento a Salonicco in Grecia.
I Modiano, quindi, non sarebbero mai vissuti a Livorno, ma non possiamo non definirli di origine livornese. Come è possibile tutto questo ? Semplice. Nel 1833 tutte le famiglie "Modiano" presenti a Salonicco furono registrate dal consolato toscano come "livornesi", e fu attribuito loro la cittadinanza ( sarebbe meglio dire la "nazionalità") livornese.
Patrick Modiano non è l'unico scrittore francese di un certo successo che vanta ascendenze livornesi. Ricordiamo infatti Nine Moati, autrice nel 1983 del bestseller francese "Les belles de Tunis" che è la storia (tunisina) della sua famiglia di origine ebraica livornese.
sabato 18 ottobre 2014
LIVORNO IN TUNISIA
La storia della Tunisia è ricca della presenza livornese già a partire dal XVII secolo. Livornesi di religione ebraica vi erano sbarcati e avevano trovato in loco una già esistente comunità ebraica autoctona. Ben presto questa differenza emerse, tanto che le due comunità ebraiche in questione rimasero per molto tempo divise: da una parte i twansa ( ebrei tunisini), dall'altra parte i grana ( ebrei livornesi).
I livornesi furono da subito grandi lavoratori, grandi imprenditori e grandi uomini ( e donne) di cultura. Favoriti dai rapporti diretti con il porto di Livorno, aprirono importanti attività commerciali, come fu per esempio nel caso della ditta Franchetti-Enriques che produceva berretti alla tunisina. La ditta si riforniva di lana dal porto di Livorno, la lavorava a Tunisi e poi spediva i berretti a Smirne in Turchia ( per venderli naturalmente).
I livornesi poi avevano in mano, in condizione di monopolio, il commercio del cuoio e della cera. Per questo motivo c'è chi affermò che "La Tunisia appartiene ai livornesi". Apparteneva a loro il famoso suk el grana, ovvero uno straordinario mercato in un quartiere commerciale di Tunisi.
A differenza degli altri ebrei tunisini che condivisero ben presto l'eredità francese, gli ebrei livornesi furono sempre ultra-italiani e cercarono di far valere a tutti i costi questa italianità. Nel 1956 Giuseppe Finzi, un tunisino di origine livornese, per ricompattare la comunità italiana della Tunisia ( formata al 70% da immigrati della Sicilia), facendo valere la posizione di egemonia culturale dell'elite livornese, fondò il "Corriere di Tunisi" che oggi è l'unico giornale in lingua italiana che si stampa nel nord Africa.
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