Nel 1896 Arturo Vaccari, livornese doc, mise in commercio il liquore Galliano, ovvero quello che è stato il più grande liquore livornese della storia. Il nome, piuttosto insolito, è mutuato dalla figura leggendaria di Giuseppe Galliano, eroe di Etiopia, morto proprio nel 1896 durante la sanguinosa battaglia di Adua
Nel 1902 Emilio Salgari pubblicò il racconto "Lo schiavo della Somalia", la storia di un ragazzo africano che viene portato in Italia dopo una serie di vicissitudini. Fin qui nientre di strano, dal momento che lo scrittore veneto era noto per il suo esotismo. Quello che più stupisce è il modo con cui il somalo riesce a tornare in Italia. Per fare ciò, infatti, è necessario corrompere più di una persona e lo strumento più efficace risulta essere proprio il liquore Galliano.
Non c'è alcun dubbio che "Lo schiavo della Somalia" è stato la prima produzione letteraria italiana con un sottofondo pubblicitario. Perchè questo ? Forse sottobanco vi fu un compenso per l'autore da parte del Vaccari ? Qui inizia ad aleggiare il mistero anche se sappiamo bene delle frequentazioni livornesi di Emilio Salgari e la sua amicizia con Arturo Vaccari.
Un altro dettaglio ci sorprende dalla lettura del racconto: nel libro viene indicato che tutto ciò è una storia vera. Il somalo, tale Sadì Omar, arrivò veramente in Italia e lavorò nella casa di Arturo Vaccari, divenendo Il volto ufficiale dei suoi manifestini pubblicitari ( come si può vedere sopra).
Cessata la produzione a Livorno in corrispondenza con i bombardamenti della seconda guerra mondiale, il marchio Galliano è passato più volte di mano, diventando oggi proprietà addirittura della Abn Amro capital.
Il liquore Galliano rimane uno dei liquori dolci alle erbe più amati in assoluto negli Stati Uniti d'America.